15.06.2016

Trabocco….di felicità. La necessità di saziare l’anima

Venendo da un periodo particolarmente intenso il ponte del 2 giugno, arrivato propiziatorio di riposo e serenità, lo abbiamo trascorso, godendo ed assaporando ogni momento, in una località ai più sconosciuta ma veramente meritevole di attenzione, ovvero la costa adriatica compresa tra la molisana Termoli e l’abruzzese Vasto.

Bruno, volendo rivedere il caro amico Lorenzo e deciso a fargli una sorpresa, con la complicità della novella consorte Loredana, ha prenotato l’appartamento girasole nella struttura da loro gestita tra Termoli e Petacciato chiamata Il Podere sul Mare (C/da Valle S. Giovanni 2 – Termoli- http://www.ilpoderesulmare.it/site/).

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Questa splendida masseria, adagiata sul fianco della collina, offre una meravigliosa ed ampia vista del mare, delle Isole Tremiti e delle spiagge selvagge tipiche di questa zona.

Essere ospiti al Podere ci ha permesso ogni mattina di apprezzare dei colori bellissimi che ci hanno riempito l’anima.

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Si passava infatti, senza soluzione di continuità, dal blu di quello splendido palcoscenico marino che avevamo di fronte, al rosso, viola, bianco, giallo, dei fiori e delle piante sapientemente curati, al biondo e verde colore dei campi coltivati circostanti.

Insomma credetemi se affermo di aver vissuto dei momenti unici, pieni di magico colore che raggiungevano l’apice al momento del tramonto del sole nel mare che potevamo ammirare seduti in veranda accompagnando questo spettacolo con un ottimo e fresco prosecco che Lorenzo aveva sempre cura di farci trovare!

È si come coccolano i loro ospiti Lorenzo e Loredana è impagabile.

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Quindi oltre a saziare la nostra anima mangiando con gli occhi i panorami splendidi che ci si presentavano abbiamo anche arricchito lo…spirito con degli ottimi vini locali tra cui la Tintilia (vitigno autoctono) ed il Fiano molisano.

I vini molisani sono stati veramente una felice scoperta così come tutti i piatti assaporati in particolare a base di pesce e verdure fresche.

In questi giorni abbiamo provato veramente tante prelibatezze dalle orecchiette (della mamma di Lorenzo), alla zuppa ed alle grigliate di pesce, ai totanetti arricciati in umido, ai formaggi ed affettati del posto.

Un ricordo più vivido però lo voglio dedicare alla cena organizzata a Vasto su di un trabocco (Trabocco Cungarelle).

Il trabocco, “La grande macchina pescatoria composta di tronchi scortecciati, di assi e di gomene, che biancheggiava singolarmente, simile allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano” per celebrarlo come faceva D’Annunzio in una sua opera, è appunto un’ingegnosa ed antica macchina da pesca tipica della costa adriatica dove è posizionata con la sua struttura in legno e la piattaforma protesa sul mare ancorata alla roccia da grossi tronchi dalla quale si allungano, sospesi a qualche metro dall’acqua, due (o più) lunghi bracci, detti antenne, che sostengono un’enorme rete a maglie strette detta trabocchetto.

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Queste piattaforme assicuravano stabilità, qui si poteva pescare senza allontanarsi nel blu, in un luogo a metà tra la terra e l’acqua, una sorta di braccio che prolunga la costa.

Il termine trabocco è stato di fatto italianizzato e proviene dal dialetto travocche, forse derivante dal latino trabs (legno, albero, casa); per qualcuno la parola deriva dal “trabocchetto” che si tende al pesce, per altri dalla tecnica di conficcare i pali tra gli scogli, “tra i buchi”, oppure dal cosiddetto “trabiccolo” usato nei frantoi per spremere le olive, molto simile all’argano che è situato sul trabocco.

 

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Ebbene, su uno di questi Trabocchi, sospesi sul mare, gli amici del Podere sul Mare hanno organizzato una cena indimenticabile.

Siamo fortunatamente riusciti ad ottenere l’ultimo tavolo a disposizione (un tavolo da sei dove eravamo Bruno, Loredana, Lorenzo Chiara, Stefano ed io) e da qui abbiamo fatto un brindisi (l’ennesimo) al tramonto rosso che ci ha riempito la vista.

Che emozione!!!

La cucina che ci è stata presentata, naturalmente a base di pesce, era semplice ma molto molto gustosa.

Gli antipasti misti comprendevano sgombro con sfoglie di cipolla, rana pescatrice con peperoni, lumache di mare con aceto balsamico, triglietta di scoglio dorata, seppioline e fagiolini, ceci e gamberi con tartufo, baccalà con i funghi ed insalata di polipo. Ci sono poi stati serviti dei paccheri con le canocchie, cozze e vongole. Per secondo la coda di rospo con le patate. Infine frutta e sorbetto!! Il tutto accompagnato da una discreta falangina biologica “della casa”.

Insomma, ci siamo veramente ricreati perché è impagabile mangiare con la compagnia delle onde… e di cari amici.

Il Molise (e l’abruzzese Vasto) è stata quindi una piacevolissima scoperta oltre che per i panorami, la bellezza selvaggia delle spiagge e la loro pulizia anche da un punto di vista gastronomico perché anche se non ci sono stati proposti dai ristoratori piatti particolarmente elaborati abbiamo avuto la possibilità di godere di una cucina che mi piace definire “vera”.

Chiudo queste mie riflessioni e piacevoli ricordi citando nuovamente il Vate che a proposito del trabocco afferma La macchina pareva vivere di una vita propria, avere un’aria e un’effige di corpo animato. Il legno esposto per anni ed anni al sole, alla pioggia, alla raffica, mostrava le sue fibre…si sfaldava, si consumava, si faceva candido come una tibia o lucido come l’argento o grigiastro come la selce, acquistava una impronta distinta come quella d’una persona su cui la vecchiaia e la sofferenza avessero compiuta la loro opera crudele…”.

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